Caos schede elettorali Pescara: TAR la terza via che potrebbe riscrivere le elezioni

caos schede elettorali

La recente ordinanza del Tribunale amministrativo regionale di Pescara ha riacceso i riflettori sul cosiddetto caos schede elettorali che ha caratterizzato le elezioni comunali dell’8 e 9 giugno 2024. Un tema già noto agli addetti ai lavori ma che, a sorpresa, si sta rivelando centrale per il futuro politico della città. Nel cuore della questione si trova un’indagine intricata ma decisiva.

Il Tar, con un’ordinanza asciutta ma significativa, ha chiesto alla Prefettura un nuovo sforzo: sintetizzare in modo chiaro e ordinato i dati già presenti nella relazione finale di 170 pagine. Nessun riesame, nessuna nuova istruttoria: solo una messa in colonna di numeri che fotografino, senza ambiguità, il grado di tracciabilità delle schede autenticate nei vari seggi.

L’urgenza di fare chiarezza

Il termine concesso – appena dieci giorni – la dice lunga sull’urgenza percepita dal collegio, presieduto dal giudice Paolo Passoni. Il motivo ufficiale è semplice: avere dati chiari per decidere. Ma dietro questa esigenza tecnica si cela qualcosa di più profondo. Un dubbio, forse un sospetto, che investe l’intero impianto della consultazione elettorale.

La misura del disordine – o del cosiddetto caos schede Tar Pescara – è fondamentale. I giudici vogliono sapere esattamente in quante sezioni, e in quali termini, vi siano discrepanze tra il numero delle schede autenticate e quello delle schede effettivamente utilizzate o avanzate. Discrepanze che, se non risolvibili, getterebbero un’ombra pesante sulla regolarità dell’intero procedimento.

Lo schema richiesto

Il Tar ha chiesto alla Prefettura di fornire, per ogni sezione interessata:

  • Il numero totale di schede autenticate.
  • Quante di esse sono state usate per il voto.
  • Quante sono rimaste inutilizzate.
  • Confronti puntuali tra i numeri presenti nei verbali, quelli nei plichi sigillati e quelli dei nuovi conteggi effettuati.

Un esempio pratico chiarisce l’approccio: se in una sezione risultano 100 schede autenticate, di cui 55 utilizzate e 45 avanzate, tutto torna. Ma se questi numeri non coincidono o non sono verificabili, il problema diventa serio.

La terza via: ripetizione parziale del voto

Emergono, a questo punto, due fatti assodati:

  1. Mancanza di tracciabilità di un numero significativo di schede in sezioni che coprono circa 13.500 elettori.
  2. Sottrazione di voti al sindaco eletto Carlo Masci a seguito del riconteggio in 29 sezioni.

Questi due elementi potrebbero aprire la strada a quella che molti osservatori chiamano “la terza via”: non l’annullamento totale delle elezioni, ma una ripetizione parziale del voto nelle sezioni compromesse. Una soluzione intermedia che tenterebbe di bilanciare il rispetto della volontà popolare con la necessità di garantire la regolarità formale della consultazione.

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Le possibili conseguenze

Se il Tar dovesse scegliere questa strada, le implicazioni sarebbero enormi:

  • Rischio di una nuova campagna elettorale, ma solo in alcune sezioni.
  • Probabile aumento della tensione politica locale.
  • Riapertura di alleanze e strategie da parte dei candidati.

La decisione definitiva è attesa entro un mese. Ma già ora il clima a Pescara è rovente. Il caos schede Tar Pescara ha trasformato una semplice verifica tecnica in un possibile terremoto politico.

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