G7 a Pescara, S17 a Sulmona e prestiti da sballo

Ah, il G7 a Pescara!

No, non è l’inizio di una barzelletta, anche se la scena potrebbe benissimo far ridere (o piangere, dipende dai punti di vista).

I grandi della Terra si sono ritrovati nella ridente città abruzzese per discutere di pace, sicurezza alimentare e salute globale.

Insomma, le solite chiacchiere tra chi ha deciso che il mondo dovrebbe funzionare come dicono loro.

Ma tranquilli, niente di nuovo sotto il sole, anzi sotto il cielo pescarese, noto per essere sempre chiaro e limpido… come le intenzioni dei partecipanti!

@debackey

Parliamo del finanziamento di 35 miliardi di euro approvato dal Parlamento europeo per l’Ucraina, che potrà essere utilizzato anche per l’acquisto di armamenti. Discutiamo delle critiche dei pacifisti e di chi sostiene la pace, nonché del ruolo del G7 nell’affrontare temi come la sicurezza alimentare globale. #UcrainaFinanziamento #AiutiUcraina #PoliticaEuropea #PacifistiContrari #G7Alimentazione

♬ suono originale – DeBackey

L’ultimo colpo di scena: un prestito di 35 miliardi all’Ucraina… e chi paga?

Cominciamo dalla fine. Bruxelles ha deciso di concedere un prestito da 35 miliardi all’Ucraina. “E dove hanno trovato questi soldi?” vi starete chiedendo.

Ottima domanda, cari lettori!

Si parla di entrate future, quindi ipotetiche, provenienti dai beni congelati della Banca Centrale Russa.

Una genialata da film di fantascienza!

Ah, se solo potessimo congelare anche le bollette di casa nostra così…

Ma torniamo seri (almeno per un attimo).

Sappiamo tutti che le sanzioni, storicamente, non piegano nessuno.

Figurarsi la Russia, che non vive di economia, ma di potenza, guerre e rivoluzioni (calde, fredde o tiepide che siano).

Però, ehi, ogni tanto un colpetto basso lo si può tentare, giusto per non arrendersi alla realtà.

E l’Ucraina come spenderà questo bel gruzzolo? Facciamo una scommessa? Esatto, in armamenti.

Di tutti i tipi e colori, perché quando c’è da fare shopping militare, il cielo è il limite!

I pacifisti… e l’ennesimo tavolo

tavolo della pace e solidarietà

E mentre a Bruxelles volano miliardi e a Pescara si discute del destino del pianeta, chi glielo dice ai pacifisti nostrani?

Per non sentirsi da meno, e per ingannare il tempo, hanno fondato un nuovo “Tavolo della Pace e della Solidarietà della Valle Peligna”.

Sì, avete capito bene: un tavolo, 17 sedie, altrettanti sindaci e una lista di NO lunga come un giorno di pioggia.

No al riarmo, no all’aumento delle spese militari, no alle armi nucleari.

Insomma, no a tutto, tranne che al tavolino del bar, dove dopo le manifestazioni ci si rifugia per uno spritz e due chiacchiere.

Però attenzione: le loro discussioni si basano rigorosamente su prodotti a km 0.

E non c’è nulla di più ironico che pensare a un dibattito sul disarmo sorseggiando un vino biologico, mentre il mondo intero continua a girare come sempre… verso il caos!

A Pescara si parla di fame nel mondo… con la pancia piena

E nel frattempo, il G7 si riunisce con i suoi pensieri profondi: come garantire un piatto caldo alle popolazioni africane.

Ma certo, se lo chiedete agli stessi che discutono nei ristoranti stellati, la soluzione sarà a portata di mano.

Magari, tra un brindisi e l’altro, si risolverà anche la pace in Medio Oriente!

E per chiudere in bellezza, non dimentichiamo il tema della “salute globale”.

Tranquilli, però: l’acqua non mancherà, grazie al pozzo in Uganda gentilmente sponsorizzato dal Lions Club di Sulmona.

E pensare che l’Abruzzo è famoso per le sue fonti…

G7

Ma a chi interessa veramente il G7?

Alla fine della fiera, la vera domanda è: a chi interessa davvero questo G7?

Di sicuro non al “resto del mondo”, che non ne vuole sapere né di G7, né di ONU, né di FAO (e giustamente!).

Perché, ammettiamolo, queste organizzazioni sono solo una versione moderna, più filantropica e molto più sofisticata del vecchio colonialismo.

Europa e Stati Uniti continuano a dettare legge, ma il resto del globo – Africa in testa – si fa una risata e tira avanti per la sua strada.

Magari meno chic, ma certamente più reale.

G7

Conclusione: un tavolo, una sedia e un mare di ipocrisia

In tutto questo, l’unica certezza è che di tavoli, fisici e metaforici, ce ne sono a bizzeffe.

Che sia quello della pace, della solidarietà o del G7, sembra che a sedersi siano sempre gli stessi, con le stesse idee (o la mancanza di esse).

Nel frattempo, noi osserviamo il teatrino geopolitico tra un caffè e un tweet, ironizzando su prestiti da fantasicienza e soluzioni che sembrano uscite da un episodio di Black Mirror.

Ma alla fine, chi siamo noi per giudicare? L’importante è non perdere mai l’ironia. Soprattutto quando il mondo sembra fare sul serio… solo a parole!

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