Crisi finanziaria in Abruzzo: sveltina in consiglio!

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La crisi finanziaria in Abruzzo torna al centro del dibattito politico regionale dopo l’approvazione lampo del progetto di legge n. 73, portato in aula dalla maggioranza di centrodestra. Secondo quanto dichiarato da Francesco Taglieri, capogruppo del Movimento 5 Stelle, si tratterebbe dell’ennesima dimostrazione di una gestione opaca e irresponsabile della crisi finanziaria che attanaglia la Regione Abruzzo.

La situazione è grave. E peggiora ogni settimana, mentre i cittadini restano all’oscuro delle reali intenzioni della Giunta. L’approvazione del bilancio è avvenuta, come denuncia il M5S, senza alcun confronto pubblico e in assenza di trasparenza. La questione non è solo politica: riguarda il futuro economico e sociale dell’intero territorio abruzzese.


Un blitz legislativo fuori sacco

Durante l’ultima seduta del Consiglio regionale, il centrodestra ha approvato in fretta e furia il bilancio, presentandolo fuori sacco e riducendo la discussione in Commissione Bilancio a poche ore. Il fatto viene definito da Taglieri “gravissimo” e rappresentativo di un metodo autoritario, ben lontano dal dialogo democratico e istituzionale. La mancanza di confronto è diventata sistematica, secondo l’opposizione.

Il Movimento 5 Stelle ha chiesto più volte chiarimenti precisi: come e dove verranno tagliati i 50 milioni di euro? Quali servizi verranno sacrificati? Nessuna risposta ufficiale è mai arrivata. Anche le richieste di audizione dei direttori di dipartimento sono cadute nel vuoto.


Tagli lineari, zero programmazione

La manovra finanziaria Abruzzo viene presentata dalla maggioranza come un “risanamento”, ma per l’opposizione si tratta solo di tagli lineari e indiscriminati. A farne le spese saranno i servizi sociali, la manutenzione del territorio, il settore culturale e il turismo.

Settori che, al contrario, avrebbero bisogno di investimenti strutturali e visione strategica. Il tutto si traduce in un tentativo disperato di tamponare una voragine finanziaria che, secondo il M5S, è stata creata proprio dall’attuale classe dirigente.

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Un disavanzo che spaventa

Dei 213 milioni di euro di disavanzo, ben 100 milioni derivano da manovre contabili come accantonamenti e partite di giro: operazioni che non generano alcun risparmio reale. In altre parole, è un bilancio fittizio, costruito con artifici tecnici.

Il rischio di commissariamento della Regione Abruzzo si fa sempre più concreto. E la risposta della Giunta Marsilio sembra essere quella di scaricare i costi sui cittadini, senza assumersi le responsabilità politiche e amministrative.


Le richieste del Movimento 5 Stelle

Il M5S non ci sta. Chiede un piano di risanamento vero, costruito insieme a tecnici indipendenti, enti locali e realtà del territorio. Un piano trasparente, che vada oltre i tagli emergenziali e costruisca una prospettiva di crescita.

“L’Abruzzo merita rispetto”, dichiara Taglieri. Il Movimento promette battaglia in Consiglio e nel Paese, affinché venga garantita la verità sui conti pubblici e non si continui con manovre cieche e dannose.

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Una crisi politica e sociale

La manovra finanziaria Abruzzo è quindi solo l’ultima tappa di una crisi ben più ampia: quella della credibilità delle istituzioni. Il problema non è solo contabile, ma politico e culturale. In gioco ci sono la fiducia dei cittadini, la tenuta dei servizi pubblici e il futuro della Regione.

Per approfondimenti sulla crisi delle finanze regionali, è utile leggere il rapporto della Corte dei Conti sulle Regioni a Statuto ordinario e le analisi del Centro Studi Cgia, che offrono una visione ampia sulla sostenibilità dei bilanci locali.

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