“Le promesse del Consorzio di Bonifica sono solo carta straccia”

consorzio bonifica

Il caso del Consorzio di Bonifica e il rischio sanzioni esplode al centro del dibattito politico a Sulmona. Il candidato del Partito Democratico, Salvatore Di Cesare, interviene con parole dure, smascherando quella che definisce una comunicazione “senza valore giuridico”, che lascia i cittadini esposti a pesanti conseguenze economiche.

La questione riguarda la diffusione di un comunicato stampa non firmato, privo di carta intestata, con cui il Consorzio avrebbe annunciato la sospensione degli avvisi di pagamento. Ma secondo Di Cesare, si tratta di una mossa priva di fondamento legale, utile solo a confondere l’opinione pubblica e a prendere tempo in vista delle elezioni.

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“Chi non paga rischia il recupero coattivo e le sanzioni. Altro che annullamento: è solo una sospensione fittizia”, denuncia il candidato PD.

Una sospensione priva di valore legale

Nel dettaglio, l’esponente del centrosinistra evidenzia l’inconsistenza formale del documento, privo degli elementi necessari per avere validità giuridica. Di conseguenza, i cittadini che si affidano alla “sospensione” rischiano seriamente di incorrere in sanzioni e atti di recupero.

L’intervento di Di Cesare è una chiamata alla chiarezza e alla responsabilità politica, rivolto sia al Consorzio sia alle forze politiche che ne hanno gestito i vertici negli ultimi anni, con particolare riferimento al centrodestra locale.

Un silenzio politico assordante

L’accusa più pesante è proprio contro il silenzio del candidato sindaco di centrodestra, Luca Tirabassi. Mentre i cittadini ricevono avvisi ritenuti illegittimi, Tirabassi tace. Un atteggiamento che Di Cesare non esita a definire “complice”.

“Due sono le ipotesi: o sapevano tutto e hanno lasciato correre, o non sapevano nulla. In entrambi i casi, è gravissimo.”

Questo comportamento, secondo il candidato PD, rappresenta un tradimento della fiducia pubblica, alimentando sfiducia verso le istituzioni.

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Il fallimento della gestione economica

Le parole di Di Cesare sono accompagnate da dati concreti. Il Consorzio di Bonifica – ricorda – è stato commissariato nel 2020 a causa di una situazione finanziaria ormai fuori controllo:

  • Saldo negativo di oltre 1,1 milioni di euro a fine 2019.
  • Debiti sommersi mascherati da bilanci apparentemente in pareggio.
  • Spese sproporzionate per personale stagionale e consulenze.
  • Pagamenti bloccati a dipendenti e fornitori.

L’immagine emersa è quella di un ente al collasso, trasformato in un “postificio”, come lo definì l’allora commissario Sergio Iovenitti. Una struttura paralizzata, che oggi tenta di recuperare crediti attraverso atti amministrativi discutibili.

Clientelismo e manovre elettorali

La denuncia di Di Cesare non si limita alla gestione economica. Il vero nodo, secondo lui, è politico e culturale: l’uso del Consorzio come strumento clientelare e l’assenza di trasparenza. I recenti avvisi di pagamento sarebbero, secondo il candidato PD, strumenti elettoralistici, imposti su cittadini ignari e in difficoltà.

“È inaccettabile che un ente pubblico, in crisi e mai riformato, tenti di far cassa sulla pelle delle famiglie.”

Un appello per la legalità e la trasparenza

Nell’ultima parte del suo intervento, Di Cesare rilancia una proposta chiara: riformare il Consorzio di Bonifica alla radice, abbandonando pratiche opache e basate sul favoritismo politico.

Secondo il candidato, è arrivato il momento di riportare competenza, controllo e trasparenza nella gestione della cosa pubblica, partendo proprio dagli enti locali.

Conclusione: Sulmona ha diritto alla verità

Il comunicato si chiude con un appello agli elettori. Di Cesare invita i cittadini a non lasciarsi abbindolare da sospensioni temporanee e comunicazioni prive di valore:

“Sulmona merita trasparenza. Merita amministratori che non taciano di fronte alle ingiustizie. E merita verità.”

Il caso del Consorzio di Bonifica e il rischio sanzioni diventa così un simbolo delle contraddizioni della politica locale, ma anche una possibile occasione per ripensare la gestione del potere pubblico.

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