Non contare niente e fare di tutto per dimostrarlo. Sembra essere questo il motto dell’Unione Europea, almeno a giudicare dagli ultimi sviluppi.
Mentre gli Stati Uniti snobbano l’Europa nei colloqui di pace sull’Ucraina, il presidente francese Emmanuel Macron, si prende troppo sul serio e convoca un vertice politico informale all’Eliseo.
Un vertice di ectoplasmi
Ma chi si è riunito all’Eliseo? Un’accozzaglia di leader sovranisti, conservatori e socialisti, ognuno con la propria visione d’Europa e del rapporto con la Russia.
Tra questi, Olaf Scholz, dato per spacciato politicamente. A convocarli, un “morto che cammina” come Macron, che guida un paese in stato confusionale.
Meloni, l’unica che conta davvero
L’unica che potrebbe davvero fare la differenza è Giorgia Meloni.
In questo momento storico e politico, Meloni è l’unica che potrebbe alzare la cornetta e chiamare alla Casa Bianca.
Ma perché l’Italia non ha preso l’iniziativa? Mistero. Invece, abbiamo permesso a un cadavere politico come Macron di sentirsi il capo dell’Europa.
Un’Unione Inutile
Quest’Unione, così com’è congegnata, è inutile. Che poteri ha la von der Leyen? ZERO. E quanto pesano i suoi Alti commissari a livello internazionale? ZERO.
La baronessa tedesca, messa lì non dal voto popolare ma da accordi di corridoio mediati da Macron e soci, non ha alcun potere decisionale effettivo.

Serve un esercito europeo?
Se l’Europa non riesce a parlare con una voce sola e sedere ai tavoli delle trattative, deve diventare un’Unione politica vera, con istituzioni elette dal popolo e capaci di prendere decisioni vere, non sul calibro delle zucchine.
Serve un esercito europeo, visto che a Trump non interessa più fare il poliziotto del mondo. Ma chi lo comanderà? E come ne disporrà?
La difesa comune è un miraggio
I leader europei si riuniscono, brindano con calici di champagne e dichiarano solennemente che è giunta l’ora di costruire una difesa comune. Ma ogni Stato membro ha un’idea chiarissima di come dovrebbe funzionare la difesa europea: esattamente come conviene ai suoi interessi nazionali di breve periodo. Francia e Germania sognano un esercito europeo, ma con la propria politica estera a fare da pilastro. L’Italia annuisce con entusiasmo, ma solo se ci sono contratti per Leonardo e Fincantieri.
E così, mentre gli Stati Uniti si spazientiscono e chiedono all’Europa di fare la propria parte nella Nato, i governi europei continuano a giocare a Risiko con la geopolitica. La vera perla dell’integrazione europea nella difesa è la prontezza con cui i governi celebrano la sovranità nazionale quando si tratta di cedere il controllo delle proprie forze armate.

Sigle altisonanti e interessi nazionali
Fioriscono iniziative parallele: il Fondo Europeo per la Difesa, la Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO), lo Strategic Compass… tante sigle altisonanti che servono più a creare posti di lavoro nelle istituzioni europee che a produrre un’unità operativa concreta.
Nel frattempo, la realtà scorre implacabile. Le crisi geopolitiche si moltiplicano, la sicurezza europea vacilla e la difesa comune resta un miraggio, sacrificata sull’altare degli interessi nazionali di breve periodo. Al prossimo vertice si brinderà di nuovo alla difesa comune. Magari con una bevanda frizzante rigorosamente prodotta nel paese che in quel momento detiene la presidenza di turno dell’UE.
Un’Europa così non è solo inutile, è proprio dannosa.